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Distante pochi chilometri da Saluzzo, la proprietà di Manta era passata ai marchesi verso la metà del Trecento e nel 1370 Tommaso III di Saluzzo, ne aveva ulteriormente ingrandito e potenziato il castello. Per il castello della Manta vale più che mai il consiglio a non farsi ingannare dalle apparenze, perché, se si vogliono sognare le atmosfere raffinate di una corte signorile, allora bisogna entrare e lasciarsi trasportare dalla bellezza degli affreschi nella Sala baronale. Il castello della Manta, infatti, custodisce uno dei più affascinanti documenti pittorici del periodo tardo-gotico piemontese.

 

IL CASTELLO DELLA MANTA

Dall'esterno può sembrare uno dei tanti castelli su uno dei tanti bricchi piemontesi e non si fa particolarmente notare per dimensioni e bellezza. Una costruzione abbastanza anonima sulla prima dorsale di colline che si affacciano sulla pianura saluzzese, una delle strutture fortificate che, assieme ad altri insediamenti minori tra pianura e montagna, dovevano difendere il marchesato di Saluzzo e poi, esaurita la loro funzione, andarono in rovina o furono trasformate in dimore gentilizie. Il castello, di origine medievale, aveva pianta quadrata con torri quadrate agli angoli e occupava probabilmente tutta la spianata, oggi ridotta a giardino.

IL CASTELLO DELLA MANTA

Dall'Antica Roma agli albori dell'Alto Medioevo

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