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Narratore: La principessa Gavia, figlia del re Clodomiro e della regina Matilde, ha deciso di fuggire dalla Francia per evitare un matrimonio combinato e vivere la sua storia d’amore con il paggio Costanzo. Dopo un lungo viaggio, i due amanti e alcuni servi che li hanno accompagnati, giungono nel Basso Piemonte, ai piedi di una rocca naturale .
Costanzo: Gavia, mia principessa, il tuo viso appare pallido e stanco, vuoi forse fermarti?
Gavia: Oh Costanzo, sì, sono molto stanca. Ormai da settimane vaghiamo per boschi e valli, trovando ogni notte un rifugio diverso.
Servo1: Hai ragione, principessa. Abbiamo tutti bisogno di riposarci.
Costanzo: Ma cheriè, non perdiamo la speranza. Guarda questi prati, queste colline coperte dai vigneti, e le casupole laggiù…
Gavia: Se davvero mi ami, mon cherì, vai a bussare a quelle porte per capire se gli abitanti sono buone persone o se, ancora una volta, ci conviene allontanarci.
Costanzo: Servi, venite con me, e voi altri, restate accanto alla principessa e proteggetela.

(Costanzo e due servi si allontanano ed escono di scena. Gavia continua a camminare ed incontra sul ciglio della strada un bambino che le porge delle mele, un uomo che porta un sacco di noci e una donna che porta nel grembiule delle uova e le porge in modo generoso alla principessa. Nel frattempo l’attenzione di Gavia viene attirata da una giovane contadinella che, avendo visto camminare per strada il suo ex fidanzato, piange)

Betta: Oh me sventurata, il mio amore mi ha abbandonata!
Gavia (impietosita): (al servo) Non temere, mi sembra una buona poverella! Giovinetta, perché piangi e ti disperi in questo modo?
Betta: Tu che mi parli devi essere una grande signora. Comunque, se vuoi conoscere il motivo delle mie lacrime, io ti accontenterò.
Gavia: Dai tuoi lamenti mi sembra di capire che soffri per amore. Non vergognarti di raccontare a me la tua sventura, poiché anche io soffro per amore.
Betta: Donna mia, io sono Betta, povera contadina. Ero molto innamorata del mio fidanzato.
Servo2: E poi, che è successo?
Betta: Lui mi ha abbandonata, per una donna di nobili origini. Gli avrei dedicato tutta la mia vita, ma ora sono qui, sola
Gavia: Tu sei fortunata, ma cheriè, perché hai appena incontrato la principessa Gavia …
Servo 3 (interrompendola): Ti presento la figlia del re Clodomiro di Francia e della regina Matilde sua sposa, promessa in nozze a…
Gavia: Silenzio, servo. La mia triste storia dovrà uscire solo dalle mie labbra.
Betta: Ti prego, principessa, di narrarmi le tue vicende, così che io, umile contadinella innamorata, ne possa trarre conforto.
Gavia: Devi sapere, ma cheriè, che il re Clodomiro mio padre, per affari di stato, mi aveva promessa in sposa ad un parente di Teodorico re degli Ostrogoti, suo nemico.
Servo 1: Ma Gavia non lo amava.
Servo4: Il suo cuore batteva per un altro giovane, Costanzo, valente paggio della corte.
Betta: Ed il suo per lei?
Servo 2: Ed il suo per lei ancora di più, si capisce: come potrebbe un paggio non amare la figlia del re?Gavia: Ed il suo per me, buona donna.
Servo 3: Ma la famiglia reale non avrebbe mai tollerato una simile umiliazione, poiché avrebbe infangato il loro buon nome!

(Gli altri servi annuiscono)

Gavia: Mai, è vero. Così io e il mio Costanzo, con i nostri fedeli servitori, siamo fuggiti.
Servo 5: Era una limpida notte di luna piena e luminose stelle ed avevamo il vento fresco dell’amata Orleans tra i capelli...
Servo 6: … ma anche tanta paura!
Servo 5: Guardate, contadinella, questi miei calzari, consumati dai passi di queste faticose settimane trascorse a trascinare i muli della principessa e del suo amato.
Servo 3: Guardate, giovinetta, questi volti scavati dalla fame, dalla sete, dall’angoscia.
Servo 6: Guardate, miserella, questa giovane donna: non vi sembra afflitta e disperata?

(I servi sono frustrati e patiti)

Gavia: E come se tutto questo non bastasse, ma cheriè, sento il mio Costanzo sempre più lontano e distratto, Servo 1: Che si sia pentito di essere partito con la principessa?
Gavia: Il mio amore è saldo e forte, ma abbiamo bisogno di riposo, di pace e di una casa.
Betta: Siete fortunata, mia signora, perché oggi siete giunti in una terra amica ed ospitale, tra case di onesti ed umili lavoratori, tra le vigne viola e il mare blu.
Servo 2: Oh che bella notizia è questa!
Gavia:  Ti ringrazio Betta. Servo, vai a chiamare Costanzo e digli che è giunta la fine dei nostri patimenti.

(Il servo 6 si allontana)

 

 

LA PRINCIPESSA GAVIA 

Scena 1

Dall'Antica Roma agli albori dell'Alto Medioevo

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